giovedì 2 novembre 2017

Isole, eremo e buona compagnia!


Ieri, approfittando della festività infrasettimanale, ci siamo ritrovati in 11 a Cerro di Laveno per una piacevole giornata in compagnia: pagaiatori di ogni esperienza dai super lupi di mare a chi ha cominciato da relativamente poco. L'idea di questo incontro è stata di Mirella che ha pensato ad un'escursione alla portata di tutti nelle “sue” acque del lago maggiore con obiettivo principale il giro delle Isole Borromee.
Degna di nota, oltre ad un paio di personaggi noti del mondo del kayak da mare, anche la presenza di Gloria che non entrava in canoa dal raduno sull'Iseo di fine Agosto!
Tra le doti di Mirella c'è da ammirarne la capacità di convincimento: un suo messaggio di invito è stato più efficace di decine di miei tentativi di portarla fuori in kayak.

La quota rosa: Mirella, Gloria e Barbara

Cielo sereno, acqua piatta, vento calmo e temperatura mite hanno fatto in modo che la giornata filasse liscia senza nessun tipo di difficoltà.
Da Cerro abbiamo attraversato verso l'isola di San Giovanni che abbiamo circumnavigato interamente prima di raggiungere Isola Madre e girare attorno anche a quella.
Da li dritti sull'isola Superiore su cui siamo sbarcati per il pranzo al sacco e per visitare a piedi il piccolo paesino che ne occupa l'intera superficie. Nonostante sia novembre erano ancora numerosi i turisti che ne affollavano le strette viuzze.
Luciano si avvicina a S. Giovanni
Tornati in acqua e superato il vicinissimo Scoglio della Malghera coi sui alberi colorati d'autunno è stato il turno di ammirare da vicino Isola Bella ed il suo imponente palazzo.

Nonostante le giornate siano ormai corte, nonostante il ritmo di pagaiata sia stato calmo e nonostante l'imbarco sia avvenuto solo in tarda mattinata eravamo stranamente in anticipo sulla tabella di marcia così, al posto di far rotta verso Cerro per concludere l'escursione, abbiamo deciso -spronati da Luciano- di allungare il percorso sulla sponda piemontese fino alla punta a sud di Stresa per poi attraversare sull'Eremo di Santa Caterina del Sasso aggiungendo alla gita un ulteriore importante punto d'interesse.
Gloria ed io avevamo visitato questa struttura, da terra, la scorsa primavera e ci eravamo ripromessi di tornarci in kayak. Da questo punto di vista sembra ancor più forzatamente incastonata sul lago. Avvicinandosi dalla sponda opposta salta subito all'occhio l'anomalia di questo breve tratto di costa: Il panorama è composto da versanti poco ripidi che scendono dolcemente in acqua ma per un breve tratto, in cui è stata edificata S. Caterina, una parete non troppo alta ma perfettamente verticale cola a picco nel lago creando dei giochi di roccia ancor più accentuati dal basso livello d'acqua che abbiamo trovato.

Qualche minuto di contemplazioni ai piedi di questa meraviglia prima di percorrere quel chilometrino o due che ci separavano dal punto d'imbarco. Il GPS ha segnato un percorso effettivo di 19km.
Col sole che calava nonostante fosse solo a metà pomeriggio è arrivato velocemente anche il freddo così, caricata l'attrezzatura in macchina, ci siamo rintanati nel vicino bar. L'organizzatrice della giornata aveva proposto cioccolata calda per tutti ma su questo punto abbiamo dissentito preferendo vino, birra o spritz accompagnato da salatini e patatine; chi proprio voleva scaldarsi ha optato per un punch bollente.

Questa giornata è stata anche l'occasione di togliere dal letargo estivo, forse prematuramente o forse no, le mute stagne. Una specie di prova generale prima che arrivino le vere pagaiate invernali.
Non faccio il cambio dell'armadio sui vestiti normali ma per l'abbigliamento da kayak è d'obbligo.

Dinnanzi all'Eremo di Santa Caterina del Sasso

I complimenti ed i ringraziamenti vanno a Mirella che è riuscita a centrare in pieno un obiettivo davvero importante e che sarebbe bello sia preso da esempio per tutti i raduni più o meno ufficiali:
Organizzare un'escursione che faccia contento il kayaker esperto quanto il fantozziano esordiente totale.
Perchè alla fine di una pagaiata in compagnia non sono importanti i numeri e le statistiche che si leggono sul percorso segnato dal GPS ma le emozioni ed i ricordi che si portano a casa.



Luciano ed i suoi "riti": fare gruppo in kayak ed a terra



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